Negli ultimi giorni, il titolo Ferrari (RACE) ha subito una delle peggiori giornate mai registrate dalla sua quotazione, scatenando scalpore tra gli analisti e gli investitori. Vediamo i fatti, le ragioni dietro la caduta e cosa potrebbe attendere il Cavallino rampante nei prossimi mesi.
I fatti: quanto è caduto il titolo
Durante la seduta del 9 ottobre 2025, le azioni Ferrari hanno perso tra il 13% e il 16% sulla Borsa di Milano, il più forte ribasso intraday da quando la società è quotata dal 2016.
Tale discesa ha cancellato quanto guadagnato fino ad allora nel 2025, trasformando una fase di crescita in un tonfo improvviso.
Anche sui mercati esteri, la reazione è stata negativa: il titolo in senso globale ha risentito del panico scatenato dalle nuove indicazioni societarie.
Le cause del tonfo: guidance deludente e riduzione degli obiettivi
Dietro un crollo così significativo ci sono state decisioni e comunicazioni che hanno sorpreso — e deluso — il mercato:
Previsioni a lungo termine troppo caute
Ferrari ha presentato nuove proiezioni per il 2030 con risultati inferiori alle attese degli analisti: ricavi stimati per circa 9 miliardi di euro e un EBIT aggiustato di almeno 2,75-2,80 miliardi, più bassi delle attese del mercato.
In sostanza, la crescita attesa è meno energica rispetto al passato, segnalando una certa cautela nella spinta espansionistica.
Ridimensionamento degli obiettivi sull’elettrificazione
Una delle sorprese peggiori per gli investitori è stata la revisione verso il basso della quota di auto completamente elettriche nel mix del 2030: Ferrari ora prevede che solo il 20% dei modelli sarà “full electric”, mentre 40% saranno ibridi e 40% motori a combustione.
È una mossa che ha spiazzato chi puntava su una transizione elettrica decisa e ambiziosa.
Aspettative alte e valutazione elevata
Prima dell’annuncio, le attese degli investitori erano molto elevate su crescita, nuove tecnologie e margini futuri. Ferrari godeva di una valutazione premium, e ogni segnale di moderazione nei piani di crescita è stato amplificato negativamente.
Ad esempio, il rapporto prezzo/utili prospettico era già considerato particolarmente elevato nel contesto del settore automobilistico.
Tempistica e comunicazione durante il Capital Markets Day
Il calo ha coinciso con la presentazione ufficiale dei nuovi target al Capital Markets Day, un momento che veniva atteso come un’occasione di rilancio. Ma il mercato ha interpretato le stime come un segnale di prudenza anziché di forza.
Le implicazioni: rischi e opportunità per Ferrari
Rischi da non sottovalutare
- Perdita di fiducia del mercato: un simile scossone può scatenare vendite speculative e pressione costante sul titolo nei giorni a venire.
- Sfida nella transizione tecnologica: un impegno meno aggressivo sull’elettrico potrebbe penalizzare la competitività rispetto alla concorrenza che punta con forza sulle vetture elettriche.
- Margini sotto scrutinio: gli investitori vorranno verificare che i margini (soprattutto per i modelli “premium/personalizzati”) restino solidi nonostante un contesto più prudente.
- Reazioni da analisti e rating: possibili revisioni al ribasso delle stime da parte delle banche d’investimento e delle agenzie finanziarie.
Dove può esserci spazio per recupero
- Forte brand e nicchia di mercato protetta: Ferrari non compete sul volume, ma punta all’esclusività e al valore percepito, che restano elementi di difesa.
- Capacità di esecuzione: se riuscirà a realizzare puntualmente le sue proiezioni, potrebbe riguadagnare credibilità.
- Eventi o novità positive: ad esempio il lancio del nuovo modello elettrico “Elettrica”, o annunci tecnici rilevanti, potrebbero aiutare a rassicurare il mercato.
Conclusione: un salto nel vuoto… o un messaggio realistico?
Il crollo di Ferrari di questa settimana non è un semplice incidente isolato: è il riflesso di aspettative altissime messe a confronto con una visione più prudente da parte dell’azienda. Il mercato ha punito con durezza l’“avvertimento” implicito nei nuovi target, considerandoli una frenata più che una revisione saggiamente calibrata.
Se da una parte l’azzardo è forte, dall’altra resta la capacità del brand di uscire da situazioni difficili puntando su esclusività, fidelizzazione e – soprattutto – concretezza nei prossimi passi. Resta da vedere se gli investitori perdoneranno queste nuove stime o se da qui a breve Ferrari dovrà dimostrare con i fatti che la prudenza annunciata poteva essere una decisione strategica piuttosto che un limite.


