Il Bel Paese incassa 7,2 punti su una scala di 10
Sebbene siano stati momenti difficili, quelli degli ultimi anni sono anche stati momenti in cui gli italiani hanno avuto la possibilità di rivedere le rispettive priorità e, a conti fatti, anche di apprezzare le condizioni di vita nel Belpaese. Infatti il voto degli italiani è 7,2 in una scala che va da 1 a 10 con 0 che indica la massima insoddisfazione, a 10 ovvero molto soddisfatti, il che rende proprio gli abitanti dello Stivale i più ottimisti del Vecchio Continente. Un risultato più alto anche rispetto a quanto registrato dagli altri paesi europei.
Ad esempio la Francia incassa 7, punti 7,1 la Spagna mentre Berlino riesce a stento a conquistare la sufficienza con i suoi 6,5 punti. A certificarlo è l’Eurostat che sottolinea anche come per 18 dei 27 paesi dell’Ue la soddisfazione complessiva per la vita è superiore o uguale alla media dell’Ue. A vincere è l’Austria(7,9) mentre il secondo posto, a pari merito, è occupato da Finlandia, Polonia e Romania (ciascuno a 7,7) e a chiudere il podio sono Belgio e Paesi Bassi(entrambi a 7,6). In tutti i Paesi, ad eccezione della Bulgaria, i punteggi medi di soddisfazione per la vita sono stati superiori a 6, il che significa che la maggior parte delle persone nell’Ue si è dichiarata soddisfatta piuttosto che insoddisfatta.
Su questo incide certamente la capacità di far fronte ai propri bisogni: la soddisfazione nella vita – spiega ancora l’istituto di statistica europeo – può essere influenzata da molti fattori come l’età, il livello di istruzione, la situazione familiare e finanziaria. E proprio su questo da un recente report di Odm Consulting risulta che gli italiani nel 2023 hanno guadagnato di più ma l’inflazione, ora in fase calante, ha bruciato la quota di maggior retribuzione. Dal rapporto retribuzioni di Odm Consulting, società di Gi Group Holding che si occupa di consulenza HR e indagini retributive emerge che nei primi 9 mesi dell’anno le retribuzioni hanno segnato un +3,7% rispetto al 2022 (nell’anno precedente il trend di crescita era del 2,8%) ma il potere di acquisto risente ancora del peso dell’inflazione che, pur se con un tasso notevolmente inferiore al 2022, continua a crescere più delle retribuzioni. La retribuzione base è stata poco più di 34.000 euro con una variazione che va dai 27.716 euro di un operaio ai 119.603 di un dirigente.
La dimensione aziendale, l’area territoriale e il settore di attività sono tre fattori che possono incidere anche notevolmente sulla retribuzione base, in modo diverso per ciascun inquadramento. Per tutti gli inquadramenti, anche se in misura diversa, al crescere della dimensione dell’organizzazione, cresce la retribuzione. Anche la collocazione geografica dell’azienda incide nella stessa direzione, pur con percentuali differenti, per i vari inquadramenti.