WeWork: dal fallimento alla rinascita

WeWork, il noto colosso del coworking, sta affrontando una significativa ristrutturazione del debito sotto la protezione del Chapter 11 negli Stati Uniti, con una manovra che vede l’Italia giocare un ruolo non trascurabile nel processo. Un piano audace mira a ripristinare la solvibilità dell’azienda e ridisegnare il suo futuro.

Contesto della crisi e ristrutturazione

A novembre, WeWork ha dichiarato insolvenza al Tribunale del New Jersey, attivando un processo di ristrutturazione guidato dalle norme del Chapter 11. Il piano prevede una completa ristrutturazione finanziaria e operativa dell’azienda, inclusa un’importante iniezione di capitale da parte dei creditori senior. Il 30 maggio è prevista la votazione che potrebbe sancire la presa di controllo definitiva della società con un nuovo investimento di 450 milioni di dollari, l’eliminazione del debito pregresso e la conclusione della procedura di Chapter 11.

Il ruolo dell’Italia

Nel contesto italiano, WeWork ha ridotto la sua presenza, passando da cinque a quattro sedi a Milano. Nonostante la chiusura dell’ufficio in via Turati, l’azienda assicura che le altre location rimarranno attive con invariata metratura. Questa decisione segue la difficoltà incontrata nella rinegoziazione dei contratti di locazione in Italia, diversamente da quanto avvenuto in altre parti d’Europa e nel Regno Unito.

Situazione e prospettive del mercato Italiano

Rebecca Nachanakian, General Manager di WeWork per il Sud Europa, durante una visita a Milano, ha evidenziato come, nonostante le difficoltà, il tasso di occupazione delle sedi italiane sia aumentato del 9% da quando è stato attivato il Chapter 11, con aspettative di ulteriore crescita nei mesi a venire. La strategia di WeWork in Italia punta su un forte ritorno dei clienti e sulla crescente domanda di spazi flessibili.

Ristrutturazione globale e futuro

Globalmente, WeWork sta eseguendo una profonda razionalizzazione del suo portafoglio di locazioni, che ha già generato un risparmio su affitti di 800 milioni di dollari e una riduzione di impegni finanziari per circa 11 miliardi di dollari. Nachanakian conferma che il 97% del portafoglio di leasing globale è stato ristrutturato, segnalando un nuovo corso strategico per l’azienda.

Dettagli dell’accordo di ristrutturazione

Il nuovo accordo di ristrutturazione prevede che i creditori senior ricevano il controllo della riorganizzata WeWork in cambio di 450 milioni di dollari. Yardi Systems e un gruppo di hedge funds saranno i principali investitori, mentre entità che detenevano 4 miliardi di dollari di debito pre-fallimento, tra cui SoftBank, riceveranno una quota residua della nuova entità, valutata ora intorno ai 750 milioni di dollari.

Conclusioni

La ristrutturazione di WeWork rappresenta uno degli esempi più significativi di come le grandi aziende possono riprendersi da crisi profonde attraverso una gestione accurata del debito e una strategia di ristrutturazione ben pianificata. Con la ristrutturazione in corso e il nuovo capitale, WeWork si appresta a ridisegnare il suo futuro nel settore del coworking, sperando di tornare presto a una completa operatività e redditività.

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