La compagnia di Mountain View è accusata dal governo americano e da più di una trentina di Stati. Il processo dovrebbe durare almeno fino a novembre. Si tratta di una battaglia legale storica, che riguarda il futuro di internet e i giganti della Silicon Valley.
Il Dipartimento di Giustizia porta l’azienda di Mountain View davanti al giudice, accusandola di aver soffocato la concorrenza. Il processo vede il governo americano e più di una trentina di Stati e territori accusare la compagnia di aver creato illegalmente un monopolio. “Questo caso riguarda il futuro di internet e se mai Google affronterà una significativa concorrenza”, ha affermato il legale del Dipartimento di Stato Kenneth Dintzer all’apertura del processo. Secondo il legale di Goolge John Schmidtlein “gli utenti hanno oggi più opzioni che mai nella ricerca e nelle modalità di accesso all’informazione online”. Schmidtlein ha dichiarato in tribunale che il Dipartimento di Giustizia ha dipinto un quadro che non rispecchia accuratamente la posizione di mercato di Google, impegnata ad adottare molte politiche che favoriscono la concorrenza.
Un battaglia legale che dura da tempo
Il processo, senza giuria, dovrebbe durare almeno dieci settimane e coinvolgerà un gran numero di testimoni. Fra questi potrebbero esserci l’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella, Eddie Cue di Apple e il numero uno di Google Sundar Pichai. Si dovrà stabilire se, come sostiene l’Antitrust americana, Google ha pagato i maggiori produttori di smartphone per inserire di default il proprio motore di ricerca nei loro dispositivi. “Questo caso è su Microsoft”, mette in evidenza Schmidtlein riferendosi a un altro gigante di dimensioni paragonabili che ha un suo motore di ricerca, Bing. Non è popolare per “varie ragioni”, spiega il legale di Google, e fra queste il fallimento di Microsoft nell’investire e nell’innovare. Bisogna anche tenere presente che nella ricerca di servizi e contenuti Mountain View ha la concorrenza di molti servizi specializzati, quali Walmart e Amazon per lo shopping, Expedia e Booking.com per i viaggi e Uber e Grubhub per la consegna di pranzi e cene.
A questo punto se il giudice Metha si pronuncerà contro Google si aprirà un secondo procedimento, sempre sotto la sua supervisione, per decidere i rimedi alla condotta illegale. Si tratta di una battaglia legale storica perché stabilirà o meno i confini entro cui i giganti della Silicon Valley possono muoversi nel mondo digitale.